Il mondo cambia. Come e perché cambiare le tue scelte finanziarie
Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. Proverbio cinese
Voglio partire da questa citazione per parlarti del cambiamento. Parola tanto bella quanto spaventosa, dietro la quale si possono intravedere opportunità o rischi, a seconda della nostra forma mentis. Questo è vero in tanti settori della nostra vita, compreso quello delle scelte finanziarie.
Quando raggiungiamo un certo grado di benessere e di sicurezza, spesso la tendenza è quella di voler preservare ciò che abbiamo. La domanda è: siamo sicuri che restare fermi equivalga a proteggere il nostro patrimonio e a garantire alla nostra famiglia un futuro migliore?
Da dove nasce la paura del cambiamento
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il nostro Paese ha vissuto due periodi di grande benessere: negli anni ’60 e negli anni ’80. In questi momenti sono venute a crearsi quelle condizioni di benessere che ancora oggi vengono richiamate alla memoria con una certa nostalgia. Paradossalmente proprio quel benessere è diventato una sorta di gabbia, perché ha consolidato la paura del cambiamento e la convinzione che accumulare patrimonio e “tenerlo sotto al materasso” fosse il miglior antidoto per proteggersi dai tempi di magra.
Mettici poi la crisi del 2008 e tutte le sue ripercussioni sul sistema economico: il crollo del PIL, l’aumento della disoccupazione, la crisi del credito ecc… Tutto questo ci ha paralizzati, anche dal punto di vista finanziario, e ha generato un clima di sfiducia verso gli investimenti.
Questa è la fotografia del portafoglio finanziario delle famiglie italiane a giugno 2017 (fonte immagine: ACRI), che mostra come a oggi la maggior parte della popolazione preferisca tenere il proprio patrimonio fermo.
Combattiamo la paura del cambiamento con la pianificazione patrimoniale
Abbarbicarsi su una posizione statica solo per paura non è e non è mai stata una buona scelta. Il motivo è semplice: il mondo va avanti anche se noi ci fermiamo. Bisogna prenderne atto e fare una scelta di dinamicità. Cosa significa? Fissare degli obiettivi e muoversi nella loro direzione attraverso le risorse che abbiamo a disposizione.
Questo movimento è lo scopo della pianificazione patrimoniale. Abbiamo fatto passi da gigante per far evolvere la consulenza finanziaria verso le vere esigenze delle persone e MIFID 2, la nuova Direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari, è lo specchio di questa evoluzione.
Con la pianificazione patrimoniale non solo tuteli, ma metti a frutto il tuo patrimonio, raggiungendo i tuoi traguardi. In questo modo il futuro non resta una dimensione ignota, ma qualcosa che costruisci passo dopo passo.
Per come la vedo io, la pianificazione patrimoniale è uno strumento di crescita non solo degli individui, ma della società. Ti spiego subito cosa intendo dire. La crisi ha causato una battuta d’arresto anche a livello demografico, con un tasso di nascite in picchiata e, di contro, un progressivo invecchiamento della popolazione. Questo sta creando uno svuotamento delle generazioni più giovani, proprio quelle che hanno un capitale umano maggiore. Se n’è parlato in una puntata del programma “Mercati che fare” intitolata proprio “La velocità del cambiamento”.
È chiaro che la politica dovrà intervenire per porre rimedio a questo trend negativo, ma hai mai pensato al fatto che anche noi possiamo fare qualcosa proprio con le nostre scelte finanziarie? La pianificazione patrimoniale, attraverso strategie basate su obiettivi di breve, medio e lungo termine, consente ai più giovani di non vedere la creazione della famiglia come un traguardo irraggiungibile e ai meno giovani di aiutare i propri figli a raggiungere una stabilità. Ecco perché credo che la pianificazione patrimoniale abbia in sé delle potenzialità enormi nel creare valore per gli individui, per le famiglie e per la società e che, in ultima analisi, sia un nuovo e virtuoso modo per essere protagonisti del cambiamento. Senza paura.