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Luca Lecchini
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Tutela patrimoniale. Qual è il vero patrimonio delle famiglie e come proteggerlo

Se ti chiedessi di parlarmi del tuo patrimonio, probabilmente faresti riferimento solo alle tue attività finanziarie (conti, depositi, investimenti, ecc.) e ai tuoi beni immobiliari.

E se ti dicessi che, in realtà, hai un’altra grande e reale ricchezza che non hai mai preso in considerazione e che, quindi, non stai tutelando?

In questo articolo voglio darti una visione “inedita” del tuo patrimonio reale, con un focus sulla sua protezione. Questa lettura ti sarà utile soprattutto se sei una persona abituata a investire senza pianificare, ma anche se sei una persona che né investe né pianifica e, semplicemente, tiene fermo il proprio patrimonio.

SPOILER: nell’uno e nell’altro caso, stai correndo dei rischi.

Le 3 aree del patrimonio

Il patrimonio reale di una famiglia è rappresentato da queste 3 aree:

  • il capitale finanziario;
  • il capitale reale;
  • il capitale umano.

Il capitale umano è la grande ricchezza di cui ti parlavo poco sopra, una ricchezza che – voglio ripeterlo – è reale, concreta, e che va tutelata.

Il capitale umano è un asset finanziario legato alla capacità di produrre reddito nel corso della nostra vita lavorativa.
Da Capitale umano: cos’è, come si calcola e come proteggerlo

Ricchezza delle famiglie capitale finanziario reale e umano

Ogni area è importante per raggiungere e mantenere una condizione di benessere economico e ognuna è collegata alle altre.

Il capitale finanziario è alimentato dal capitale umano, ovvero dai soldi che quotidianamente/annualmente vengono percepiti, e che sono utilizzati in parte (o per intero) per vivere la propria vita e in parte per accumulare/investire.

Il capitale finanziario e il capitale umano, poi, sono utilizzati per acquistare beni reali (immobili, terreni, oggetti di valore…), per superare ostacoli – per esempio un evento imprevisto – e per raggiungere obiettivi. Facendo affidamento sul capitale umano futuro è possibile anche stipulare mutui o chiedere prestiti.

Questo, però, avviene solo se gestiamo, pianifichiamo e proteggiamo al meglio tutte e 3 queste aree. Ma la realtà è un’altra…

Accumulare patrimonio e investire senza proteggere (non proprio una buona idea!)

Facciamo una premessa: fare pianificazione patrimoniale significa proteggere.

Ora, i fatti dimostrano che le persone non pianificano e non investono in modo corretto e che fanno scelte solo per ottenere un guadagno immediato e con strumenti non coerenti rispetto alla propria tolleranza al rischio e agli orizzonti temporali.

Per quale motivo si tende ad accumulare ricchezza e/o a investire senza pianificare (e quindi senza proteggere)? Dalle ricerche sulle abitudini degli investitori, come quella della Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, emergono vari fattori che possiamo tenere in considerazione per rispondere a questa domanda. Tra questi un “disallineamento fra conoscenze finanziarie reali e conoscenze percepite, che interessa circa il 30% degli intervistati”; si parla in questo caso di overconfidence, una delle distorsioni comportamentali più diffuse. Un altro fattore da tenere a mente è la risk literacy ovvero la capacità di valutare il rischio di una determinata scelta di investimento, capacità rilevata solo nel 10% del campione intervistato.

Penso sia abbastanza chiara la mia posizione: accumulare/investire senza pianificare non è affatto una buona idea! Credo sia importante, però, spiegarti perché.

Facciamo grandi sacrifici per acquistare i nostri beni primari – come la nostra casa – ma una volta raggiunto questo obiettivo non ci preoccupiamo di proteggerli da eventi che potrebbero causare danni patrimoniali ingenti.

E ancora: ogni giorno ci impegniamo per andare al lavoro perché grazie a quello che percepiamo dalla nostra attività possiamo vivere con più serenità; però non proteggiamo il nostro capitale umano, ovvero le conoscenze e i talenti che abbiamo accumulato nell’arco della nostra vita, grazie ai quali oggi siamo in grado di produrre reddito.

Ognuno di noi rappresenta un valore fondamentale per sé stesso e la propria famiglia, un valore che può essere calcolato e che va gestito e protetto.

Per capire ancora meglio il ritorno, in termini di benessere economico, della pianificazione e della protezione, penso sia utile farsi qualche domanda.

Le domande da porti

  • Posso permettermi di non lavorare?
  • La mancanza totale o parziale del reddito che oggi percepisco mensilmente potrebbe crearmi problemi?
  • Se la mia casa subisse un danno ingente avrei le disponibilità per ricostruirla?
  • Se, a causa di investimenti o scelte sbagliate, perdessi tutti o parte dei soldi che ho accumulato, sarebbe un problema?

Lo so: queste domande possono sembrare provocatorie, ma secondo me sono una buona prova del nove per capire se i nostri comportamenti attuali sono corretti.

E se non lo sono, si è sempre in tempo per cambiarli. Vediamo come.

Cedere il rischio di danni al patrimonio

È possibile abbattere i rischi riferiti ai beni, alla persona o al capitale umano? Sì. Come si fa, in pratica? Cedendo il rischio a una compagnia assicurativa.

“L’assicurazione è il contratto con il quale l’assicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana.” Art. 1882 del Codice civile.

So cosa stai pensando e vorrei sfatare subito un mito: l’assicurazione non è cattiva, non è una fregatura. Come ogni altro prodotto d’investimento è spesso – purtroppo! – venduta e comprata male. Ma se sono chiare le regole di funzionamento (cosa copre e cosa è escluso), se si forniscono informazioni corrette, e se le scelte sono coerenti con i propri bisogni, c’è poco spazio per dubbi o problemi.

In conclusione

All’inizio dell’articolo ho scritto che questa lettura sarebbe stata utile sia per chi investe già, sia per chi non investe. Non so in quale delle due categorie rientri, ma poco cambia: il rischio riguarda la vita di ognuno di noi, indipendentemente dalle scelte che facciamo. La buona notizia è che possiamo gestirlo.

L’idea rivoluzionaria che definisce il confine fra tempi moderni e passato è il controllo del rischio, cioè la nozione che il futuro non è più un capriccio degli dei e che gli uomini e le donne non sono passivi di fronte alla natura. Finchè gli uomini non hanno trovato la strada per attraversare quel confine, il futuro era lo specchio del passato o l’oscuro dominio degli oracoli e degli indovini.
Peter L. Bernstein, economista americano, Against the Gods, 1996

Queste parole di Bernstein ci dicono che oggi abbiamo la grande opportunità di essere protagonisti al 100% del nostro futuro. A patto di percorrere la strada che ci porta al controllo del rischio: la pianificazione, che ci dà la libertà di scegliere come affrontare gli eventi che potrebbero condizionare la nostra vita.

Fai viaggiare questo articolo, potrebbe essere utile ad altre persone. E se vuoi farmi domande sulla tutela del patrimonio, scrivimi pure, nei commenti all’articolo o qui.

Categoria: Blog, Pianificazione patrimonialeBy Luca LecchiniMaggio 22, 2019
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Autore: Luca Lecchini

Consulente patrimoniale, trainer e formatore nell’ambito dell’educazione finanziaria. Sul mio curriculum trovi le certificazioni EFPA (European Financial Planning Association) come European Financial Planner e Advisor. Cosa significa? Che le mie competenze e la mia specializzazione nell’ambito della pianificazione e della consulenza patrimoniale sono certificate dal più autorevole ente europeo del campo. Il mio obiettivo? Rendere consapevoli le persone del loro patrimonio e aiutarle a tutelarlo. Sono bravo nel mio lavoro? Non spetta a me dirlo, ma ai miei clienti. Scopri le loro opinioni nella sezione “Dicono di me”.

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